Dal 1600: in Italia la cannabis ricreativa è una tradizione secolare

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Pubblicato sul Journal of Archeological Science, un nuovo studio scientifico curato dalla dottoressa e celebre antropologa forense Cristina Cattaneo, ha raccontato il ritrovamento di tracce di cannabis in due scheletri risalenti al 1600. La prova che in Italia si fa uso di cannabis ricreativa da almeno 400 anni.

In particolare, le tracce di cannabis sono state ritrovate nelle ossa di un uomo, tra i 16 e i 20 anni, e di una donna tra i 45 e i 54, dagli archeotossicologi dell’Università statale di Milano: dal responsabile Domenico Di Candia e dalla dottoranda Gaia Giordano.

“Sugli scheletri conservati nel sepolcreto della Ca’ Granda abbiamo trovato la prima evidenza del consumo non farmacologico di cannabis in età moderna, in Italia e in Europa, ha dichiarato la dottoressa Cattaneo al Corriere.it

Trovate anche delle tracce di oppiacei, che, secondo gli studiosi, a differenza della cannabis i derivati dell'oppio si possono associare ad un consumo prettamente terapeutico. 

Tracce consumo cannabis ricreativa Italia 1600

In Italia si consuma cannabis ricreativa da 400 anni

Sono proprio il THC e il CBD i due cannabinoidi rilevati nei due campioni ossei sui nove analizzati.

“La presenza di questi due alcaloidi testimonia l’uso della pianta di cannabis da parte della popolazione italiana durante il XVII secolo - confermano i ricercatori - Nell’archivio dell’ospedale è ancora presente la documentazione relativa alla farmacopea utilizzata per curare i pazienti della Ca’ Granda. Tuttavia, questa pianta non era elencata all’interno della farmacopea, suggerendo che all’epoca la pianta non veniva somministrata come trattamento medico in ospedale”.

Per tale motivo, si ipotizza che “I soggetti indagati abbiano utilizzato cannabis come sostanza ricreativa, anche se non possono essere individuate altre fonti di esposizione, quali automedicazione, somministrazione come pianta medicinale da parte di altri medici all’esterno della Ca’ Granda, esposizione professionale e involontaria. esclusi”.

* Foto di Trnava University su Unsplash

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